Cambio merce: tutte le regole da seguire in negozio
Esistono delle regolamentazioni per quanto riguarda il cambio merce nei negozi. Esistono obblighi e diritti sia per i consumatori che per i negozianti. Vediamo quali sono
Esiste un diritto di recesso della merce comprata in negozio, ma molti consumatori la confondono con il diritto di poter cambiare idea dopo un acquisto. Succede, a volte, che i negozianti dimentichino i propri obblighi verso i consumatori, ma è anche vero che questi ultimi molto spesso si lasciano andare a richieste davvero impossibili.
Facciamo un po’ di chiarezza su tutte le regole che devono seguire negozianti e consumatori riguardo al cambio merce.
Posso cambiare la merce in negozio?
Dipende. Ci sono delle regole precise che riguardano il cambio merce, ma in generale, può sembrare strano o ingiusto, ma cambiare la merce non è un diritto del consumatore, o almeno dipende dai casi.
Quando cambiare la merce non è un obbligo del negoziante?
Se un acquirente fa compere di fretta in negozio, magari sbagliando la taglia, non misurando un indumento o acquistando un capo di un colore che non piace abbastanza, il commerciante non ha nessun obbligo di sostituire un prodotto comprato ma che non piace più, nemmeno se si tratta di un regalo, né il cliente può pretendere la restituzione dei soldi.
Questo significa che il cambio merce in un negozio, in questo caso, è a completa discrezione del negoziante. Si può comunque stare tranquilli poiché la maggior parte dei commercianti concedono cambi al cliente anche in caso di ripensamento, a patto che quest’ultimo presenti lo scontrino fiscale e che la merce sia ancora cartellinata e senza difetti e segni d’usura.
Quando il negoziante è obbligato a cambiare la merce?
Il Codice del Consumo, dall’articolo 130 in poi, prevede che il diritto alla sostituzione o alla restituzione dei soldi sia obbligatorio per il negoziante nel caso in cui la merce sia difettosa o presenti malfunzionamenti.
La legge dice che il venditore deve garantire che la sua merce sia esente da vizi, ossia che non abbia difetti che lo rendano non idoneo al suo scopo. Nel caso in cui il prodotto presenti dei difetti, il compratore ha pieno diritto alla sostituzione, alla riparazione o alla restituzione del denaro. L’acquirente ha tempo due mesi dalla scoperta del difetto, e non dalla data d’acquisto, per fare la sua rimostranza, preferibilmente in forma scritta con raccomandata. Ogni prodotto comprato in un negozio, infatti, ha una garanzia di due anni, uno se si tratta di un prodotto usato. Il negoziante, in questi casi, è obbligato a venire in contro al cliente e non può obbligarlo a fare un altro acquisto in negozio o sostituire la somma spesa con un voucher.
Ovviamente, se il danno è stato causato dal cliente, magari lavando male un maglione o facendo cadere un dispositivo elettronico in acqua, quest’ultimo non ha diritto alla restituzione o al cambio.
Come ci si comporta con gli acquisti online
Ci sono regole diverse per quanto riguarda gli acquisti online, fuori dai locali commerciali o al telefono. In questo caso, infatti, l’acquirente può richiedere la restituzione e il cambio della merce sia in caso di difetti che nel caso in cui abbia cambiato idea e il prodotto non è di suo gusto. Ovviamente, però, è sottoposto a limiti temporali, ossia può richiedere il recesso entro e non oltre 14 giorni dall’arrivo della merce al proprio domicilio.
Il compratore non deve fornire nessun tipo di giustificazione, ma deve restituire la merce nelle stesse condizioni in cui è stata spedita, integra e con eventuali sigilli intatti. Le spese di spedizione sono generalmente a carico del venditore che dovrà rimborsare l’intero importo entro 14 giorni dal momento in cui ha ricevuto la richiesta di recesso del cliente.